Candidatura e CV Massimo Scandura

Cari amici e colleghi,

il processo di rinnovamento del nostro Ateneo, innescato dall’applicazione della Legge 240/2010, e proseguito, tra incertezze e malumori, con la costituzione dei nuovi Dipartimenti, è giunto ora ad un appuntamento da non sottovalutare.

La costituzione del nuovo Senato Accademico non corrisponde banalmente al rinnovo dei membri di uno tra i più importanti organi accademici. Si tratta invece di creare dal nulla un organo diverso dal precedente, sia per composizione e formule di rappresentanza, sia soprattutto per funzioni.

Anche se le maggiori responsabilità decisionali spetteranno al Consiglio di Amministrazione, sarà attraverso il Senato che verrà definita la nuova programmazione di Ateneo e sarà quest’organo che, facendo propri i risultati della valutazione, formulerà proposte per una nuova politica di allocazione delle risorse e di reclutamento.

Sarà quindi in questa sede che si potranno, e si dovranno, gettare le basi per il rilancio del nostro plurisecolare Ateneo.

Confidando in questo ruolo del Senato e convinto sempre più del contributo che le giovani generazioni di ricercatori possano dare alle possibilità di un vero rilancio, ho maturato la decisione di candidarmi ad essere uno dei due rappresentanti dei ricercatori in Senato Accademico.

Motivazioni (ovvero… ma chi me lo fa fare?!!!)

Fino ad un anno e mezzo fa ero uno dei tanti ricercatori che, innamorati del proprio lavoro, hanno come unica preoccupazione quella di riuscire a farlo al meglio, destreggiandosi tra mille difficoltà.

A partire dalla primavera 2010, durante il turbolento iter dell’allora disegno di legge Gelmini, sono entrato in contatto con altri ricercatori di questo Ateneo, con i quali ho condiviso un’esperienza di documentazione e di studio del testo di legge, che ci ha portato a farci promotori, come coordinamento interfacoltà, di iniziative mirate ad evidenziare e correggere le forti criticità di quel testo, attraverso la sensibilizzazione dei colleghi docenti e degli studenti del nostro Ateneo, il coordinamento con ricercatori di altri Atenei, e, quando non rimaneva altra strada, la contestazione.

Quel documento oggi è legge dello Stato (la 240/2010) e la sua attuazione sta modificando rapidamente il quadro intorno a noi. Oggi non ha più senso disquisire se il tale comma vada bene oppure no; ciò che invece si può fare è operare all’interno dei meccanismi e dei paletti introdotti dalla legge, avvalendoci dell’autonomia di cui godono le singole Università, affinché il processo di cambiamento segua i giusti binari, rispondendo a logiche di qualità e di merito e liberando l’Università dai fardelli del clientelismo e dell’irresponsabilità.

L’amara conclusione cui mi hanno portato infatti lo studio e i dibattiti dei mesi passati è che l’impegno e il merito personale non sono e non saranno sufficienti a garantire un percorso di produttività e di crescita professionale all’interno del nostro Ateneo, a meno che essi non siano inseriti in un contesto di oculata gestione finanziaria, attente politiche di reclutamento, sostenibilità dell’offerta formativa e massima accortezza nell’adeguarsi agli orientamenti e ai parametri suggeriti dal Ministero e dall’ANVUR.

La mia candidatura a membro del Senato Accademico è la conseguenza naturale di tutto questo.

È il prodotto della consapevolezza che l’unica forma rimasta di garanzia sul destino di questo Ateneo è un impegno attivo nei processi vitali che ne regolano la programmazione, l’organizzazione e l’efficienza, determinandone così le performance.

Ecco perché ho maturato la decisione di mettere a disposizione le competenze accumulate nei mesi precedenti e di sacrificare il mio tempo (e la mia famiglia) per dare voce ad una delle componenti che dalla legge 240 è risultata maggiormente penalizzata e soprattutto a chi, come me, ha davanti ancora molti anni di attività all’interno di questa Università.

Principi

Allo scopo di ovviare al possibile conflitto di interessi tra la rappresentanza di un’area scientifico-disciplinare (il mio Dipartimento) e quella dei ricercatori, derivante dal vigente regolamento elettorale, intendo chiarire fin da adesso quali saranno i principi su cui su cui si fonda la mia idea di Università moderna, libera e aperta, e a cui intendo ispirare il mio eventuale mandato:

– l’Università pubblica come motore culturale e centro di sviluppo del sapere, in cui una solida ricerca (di base e applicata) si integri, modellandone i contenuti, con l’alta formazione, volta all’arricchimento formativo e culturale delle giovani generazioni;

– l’Università di Sassari come bene strategico, cruciale per la città e il territorio in termini di sviluppo sociale culturale ed economico;

– la libertà di ricerca e la libertà di insegnamento come beni imprescindibili in tutti i settori della conoscenza;

– la trasparenza degli atti ma soprattutto la trasparenza di intenti, come presupposto per una condivisione dei processi decisionali da parte di tutte le componenti dell’Ateneo;

– l’efficienza organizzativa come obiettivo costante a cui le strutture dell’Ateneo devono puntare, sia a livello centrale che periferico;

– la dimensione internazionale della ricerca e della didattica, a cui mirare rafforzando e incentivando ogni iniziativa volta a stabilire collaborazioni ad ampio raggio;

– la responsabilità applicata a tutti i processi decisionali, per affermare un circuito virtuoso in cui ogni scelta sia ben ponderata e le sue conseguenze siano oggetto di attenta valutazione;

– la produttività ed il merito come elementi guida per l’allocazione delle risorse finanziarie e di personale, pur introducendo fattori di equilibrio che evitino l’affermarsi della “legge del più forte”;

– la programmazione e la verifica dei risultati come metodo di lavoro da cui dovranno dipendere le scelte, premiando chi adempie a quanto programmato;

– la premialità come strumento per stimolare, soprattutto le nuove generazioni di ricercatori, a fare sempre più e sempre meglio, ma anche per recuperare situazioni di scarsa produttività.

Modus operandi

Nell’intraprendere un’esperienza di responsabilità come questa, se rinunciassi ad avere un costante contatto con chi è vicino al mio modo di vedere e condivide le mie istanze, correrei il serio rischio di sentirmi come un novello Robinson Crusoe su un isolotto ostile.

Per scongiurare questo rischio avrò quindi senz’altro bisogno di collegamento e di supporto.

Da un lato avrò un gran bisogno di acquisire informazioni sulle strutture, le persone e le attività che determinano la molteplicità di interessi e situazioni propria del nostro Ateneo.

Dall’altro avrò bisogno di scambiare opinioni, raccogliere proposte, captare esigenze.

A tale scopo intendo sfruttare due canali di informazione: quello dipartimentale, riportando nelle consuete occasioni di incontro le novità emerse in Senato e promuovendo ulteriori incontri su specifici temi all’ordine del giorno, e quello allargato avvalendomi di quel coordinamento dei ricercatori (et al.), che tanto mi ha dato da un punto di vista umano e culturale, come strumento di collegamento con i colleghi di tutti gli altri Dipartimenti.

Ma la mia maggiore ambizione è forse quella di riuscire a rappresentare un punto di riferimento, che possa dare voce in Senato a tutti i colleghi che avessero suggerimenti e proposte per un progressivo miglioramento delle condizioni di lavoro e delle performance all’interno della nostra Università.

L’informazione e la partecipazione voglio che siano quindi due elementi cardine dell’attività che andrò a svolgere.

Ma non vorrei apparire un idealista. In realtà sono un pragmatico a cui piace confrontarsi con i problemi concreti. Uno di questi, per cui intendo adoperarmi fin da subito, è quello riguardante il ruolo e le prospettive dei ricercatori (a tempo indeterminato e determinato) nel futuro della nostra Università. A questo si legano molti nodi, come la gestione del turnover ed in particolare del piano straordinario per il reclutamento di professori associati, la ricerca di un equilibrio tra l’impegno nella ricerca ed i carichi di docenza dei ricercatori TD, i vincoli all’assunzione di ricercatori TD di tipo B, gli incarichi assistenziali per i ricercatori medici, e molti altri che ho già ben presenti o che approfondirò strada facendo.

Infine, per il resto impronterò il mio mandato all’insegna della serietà e farò in modo di esprimere opinioni e pareri in maniera consapevole e responsabile, a fronte di un’attenta documentazione su quanto mi viene sottoposto, e facendo appello al buonsenso quando ciò non mi sarà possibile.

Se avete avuto la pazienza di arrivare sin qui, vi apparirà chiaro lo spirito con cui intendo affrontare questa esperienza, per me del tutto nuova.

Nello scusarmi con voi per il tempo rubato alle vostre attività, sono a chiedervi quindi di darmi fiducia sostenendo la mia candidatura, con l’auspicio di poter rafforzare tale fiducia con i fatti nei mesi che verranno.

Cordiali saluti

Massimo Scandura

Breve curriculum vitae di Massimo Scandura

 

Posizione attuale:

Ricercatore universitario confermato per il settore scientifico-disciplinare BIO/05 – Zoologia, presso il Dipartimento di Scienze della Natura e del Territorio dell’Università di Sassari.

Studi:

1990 Maturità classica presso il Liceo Classico A. Moro di Praia a Mare (CS)

1996 Laurea in Scienze Biologiche – indirizzo biomolecolare presso l’Università di Pisa

2004 Dottorato in Biologia presso l’Università di Bielefeld (Germania)

Precedenti posizioni:

1996 EC-fellowship presso il Lehrstuhl für Verhaltensforschung dell’Università di Bielefeld (Germania)

1999 Borsa di perfezionamento G. Guelfi dell’Accademia dei Lincei presso l’Università di Pisa

2002 e 2004 Assegno di ricerca presso il Dipartimento di Zoologia e Genetica Evoluzionistica dell’Università di Sassari

2006 Ricercatore non confermato pressola Facoltàdi Scienze MM FF e NN dell’Università di Sassari

Competenze scientifiche:

Le attività di ricerca, svolte nell’ambito di due PRIN nazionali, due programmi Interreg, un progetto RAS Legge 7/2007 e di numerose collaborazioni con enti pubblici, hanno riguardato lo studio dell’ecologia comportamentale e della genetica di popolazioni animali, finalizzato alla loro gestione e conservazione.

Esperienze didattiche:

Corsi ed esercitazioni nell’ambito di discipline zoologiche (Zoologia Sistematica, Zoologia Avanzata, Zoologia dei Vertebrati, Biodiversità Animale) per i Corsi di Studi in Scienze Biologiche, Scienze Naturali e Biologia Sperimentale ed Applicata.

Docenza nell’ambito del Master Interateneo di I livello in Gestione e Conservazione dell’Ambiente e della Fauna.

Membro del Collegio dei Docenti della Scuola di Dottorato in Scienza della Natura e delle sue Risorse.

Docenza su discipline zoologiche per corsi di formazione in campo ambientale e gestionale.

Organizzazione di un corso base sulla fauna selvatica per il personale del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna.

Collaborazioni internazionali:

Vincitore di un progetto di mobilità internazionale Italia-Germania (Programma Vigoni 2009).

Organizzazione del workshop internazionale PigEvoDiv 2010: Genomics of Pigs (Sus scrofa): Evolution and Diversity presso Porto Conte Ricerche, Alghero.

Referente perla Facoltàdi Scienze MFN di accordi bilaterali Erasmus con le università di Zvolen (Slovacchia), Zagabria (Croazia) e Porto (Portogallo).

Collaborazioni in atto con gruppi di ricerca operanti nelle Università di Porto (Portogallo), Vienna (Austria), Wageningen (Paesi Bassi) e Illinois (USA), e con il Mammal Research Insitute di Bialowieza (Polonia).

Collaborazioni con riviste scientifiche:

Associate Editor della rivista ISI Hystrix – Italian Journal of Mammalogy.

Ha collaborato in qualità di referee con oltre 20 riviste del settore.

Produzione scientifica:

E’ autore di 22 pubblicazioni su riviste internazionali peer-reviewed, di oltre 50 contributi a convegni internazionali e nazionali e di 3 capitoli di libro.

H-index: 8      Num. medio di citazioni per articolo: 6,10    (Fonte: Web of  Science)

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