Lettera aperta dei Presidi dell’Università di Pisa al Presidente Napolitano

Lettera consegnata il 18 ottobre 2010 al Presidente Napolitano, in occasione dei 200 anni della Scuola Normale di Pisa, dal rettore dell’Università di Pisa e sottoscritta da tutti i presidi (su segnalazione di Massimo Scandurra):

Illustre e caro Presidente,

come presidi delle facoltà dell’Ateneo pisano sentiamo il bisogno di manifestarLe il nostro profondo senso di disagio e di preoccupazione non solo per la grave situazione nella quale versa oggi il sistema universitario pubblico italiano, ma anche e ancor più per gli incombenti pericoli che minacciano di mettere a rischio la sua stessa sopravvivenza. Ci sentiamo incoraggiati in questo, illustre e caro Presidente, dalla grande sensibilità con la quale – nel più rigoroso rispetto dei limiti del Suo mandato – Lei ha sempre saputo individuare e seguire con vigile attenzione le questioni nodali per la vita e le sorti del nostro Paese; un Paese che appare oggi troppo intento a occuparsi del proprio presente per potersi occupare del proprio futuro e preoccuparsi per esso, come sarebbe doveroso.

Siamo convinti che l’Università italiana debba essere riformata, che la cultura della valutazione debba essere accettata e incoraggiata, che episodi di malcostume vadano combattuti e puniti nell’ambiente universitario come in ogni altro. Ma non possiamo non denunciare la campagna di sistematica denigrazione con la quale si pretende di giustificare (non si comprende bene con quale connessione) un’ulteriore diminuzione delle risorse destinate al sistema universitario, già oggi proporzionalmente ben al di sotto di quelle che ai rispettivi sistemi universitari sono destinate in quasi tutti gli Stati del mondo. E così pure non possiamo non denunciare i rischi di una superficiale e acritica scelta di importare da altri Paesi modelli di organizzazione della didattica e della ricerca che snaturerebbero l’identità dell’Università italiana. Un’Università che, nonostante i tanti mali che innegabilmente la affliggono, ha garantito e continua a garantire, anche ricorrendo alle prestazioni “volontarie” di ricercatori sottopagati, uno standard di formazione per nulla inferiore a quello di altri Paesi che investono nel settore risorse di gran lunga maggiori. Ci sia consentito di rilevare che se ci sono in giro per l’Europa e per il mondo “cervelli italiani in fuga”, se tanti nostri laureati trovano nell’Europa e nel mondo opportunità che il mercato del lavoro in Italia non concede, è pur sempre nelle nostre università che gli uni e gli altri si sono formati.

Pur consapevoli delle difficoltà economiche e finanziarie del Paese, ci permettiamo di manifestarLe, illustre e caro Presidente, la nostra convinzione che proprio la condizione attuale di crisi, che rende necessari interventi selettivi e scelte coraggiose, impone pure di prendere atto del fatto che da sempre – ma nel XXI secolo più di sempre – l’investimento di risorse nel sistema dell’istruzione superiore è, appunto, un investimento, in quanto tale assolutamente indispensabile per il futuro di un Paese, e non certo un costo superfluo da abbattere prima di ogni altro.

La protesta del corpo docente di questo Ateneo – ma anche degli studenti, che più di altri vedono a rischio la speranza di un futuro degno delle loro aspettative – ha trovato una sintesi nella mozione approvata dal Senato Accademico dell’Ateneo pisano del 14 settembre scorso, del cui preambolo politico la rendiamo partecipe.

Confidenti nella Sua attenzione, illustre e caro Presidente, Le porgiamo col più profondo rispetto i nostri auguri per il Suo prezioso lavoro, mai come in questi giorni garanzia per tutti i cittadini italiani di attenzione al bene comune.

Con ossequio

I Presidi di Facoltà dell’Università di Pisa

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